Sospesa tra il mare e i monti, a piccolissima distanza dall’uno e dagli altri, sulla riva destra del fiume Sinni, Valsinni, fino al 1873 era chiamata “Favale”. Il borgo è dominato dal castello feudale in cui nacque e visse, seppur per brevissimo tempo, la giovane poetessa Isabella Morra. Intorno al maniero, in cui sembrano ancora risuonare la voce e il pianto della sventurata donna, si snodano, in file concentriche e sovrapposte, i vicoli del borgo antico, separati tra loro dai caratteristici “gafii”, un’apertura coperta a volta che passa sotto le case stesse presentandosi come un suggestivo intrico di vicoli e stradine, in cui spicca la chiesa Madre dedicata all'Assunta e palazzo Mauri, che al suo interno contiene un antico mulino
Nel 1520 quindi, in questo luogo nacque Isabella Morra, poetessa e donna di grande sensibilità. La sventurata venne barbaramente assassinata dai fratelli, signori di Valsinni a soli venticinque anni, per una presunta relazione clandestina con il poeta e barone spagnolo Diego Sandoval de Castro, signore del vicino feudo di Bollita e marito della baronessa Antonia Caracciolo. Probabilmente il rapporto tra Isabella e Diego fu solo di tipo epistolare, tra due anime sensibili che finalmente si erano ritrovate unite in un mondo brutale. Per questo la storia di Isabella è diversa da tante altre storie di barbarie legate ad un incomprensibile senso dell'onore, e per questo il fantasma della poetessa non ha mai trovato pace ma continua a vagare tra le mura di quel castello in cui è stata pugnalata a morte. Ancora oggi sono in molti quelli che dicono di averla incontrata, a piedi nudi e con un lungo abito bianco, mentre malinconicamente ammira dall'alto delle mura lo splendido panorama sulla valle già cantato nelle sue poesie. La morte della giovane poetessa non è stata dimenticata dagli abitanti di Valsinni che in suo onore hanno fondato un Parco Letterario.
Edificato presumibilmente su una preesistente fortificazione longobarda, nei primi dell’anno 1000, è uno dei manieri meglio conservati della regione.
“Suggestivo nell’architettura e imponente nella pienezza delle forme, classico nella fuga dei merli e delle feritoie”. Così Benedetto Croce definì la fortezza di Valsinni in “Vita di avventure, di fede e di passione, Isabella Morra e Diego Sandoval de Castro”, quando risalì l’aspra rupe, alla ricerca di tracce della poetessa petrarchista. Oggi monumento nazionale, il maniero dall’aspetto aragonese conserva al suo interno opere, documenti e scritti che testimoniano le vicende esistenziali di Isabella Morra, di cui sembrano risuonare ancora alcuni dei versi – pubblicati postumi – scritti durante l’angosciosa prigionia cui fu costretta prima della morte per mano dei fratelli.
«Torbido Siri, del mio mal superbo,
or ch’io sento da presso il fine amaro,
a’ tu noto il mio duolo al padre caro,
se mai qui ‘l torna il suo destino acerbo»
”Il Parco Letterario di Isabella Morra conduce nell’intimo sentire della poetessa nata e morta nel castello del romantico borgo, recuperando, e quasi materializzando, il legame tra luoghi e poesia. Ogni estate, nel borgo di Valsinni quei versi echeggiano in occasione di eventi organizzati per non dimenticare e far rivivere la breve esistenza della fanciulla. Durante “L’estate di Isabella” si accede a un viaggio “sentimentale” a ritroso nel tempo che coinvolge l’intero centro medioevale del paese.